Lamine e tumori dell’osso

 

Questo progetto intende valutare il ruolo di lamina A/C nei sarcomi dell’osso, con particolare interesse verso l’osteosarcoma e al sarcoma di Ewing

Negli ultimi anni, diversi studi hanno evidenziato che meccanismi implicati nella tumorigenesi e nella metastatizzazione dipendono dalla modulazione delle lamine, proteine costitutive della lamina nucleare, implicate nei meccanismi di mechanosignaling e nel mantenimento dell’integrità della struttura nucleare.

Le lamine sono anche in grado di interagire con la cromatina, fungendo da regolatori della proliferazione cellulare e del differenziamento.

È stato osservato che l’espressione di lamina A correla la progressione della malattia, con una minore sopravvivenza e con una prognosi peggiore in pazienti affetti da carcinoma gastrico, linfoma diffuso a grandi cellule B e da carcinoma della mammella.

Uno dei possibili meccanismi associati alla trasformazione maligna potrebbe essere una minore rigidità del nucleo, associata alla bassa espressione di lamina A, che permette alle cellule di passare più facilmente attraverso giunzioni strette, comportando un vantaggio nei processi che portano alla metastatizzazione.

I nostri risultati sull’osteosarcoma hanno dimostrato una correlazione inversa fra espressione di lamina A e migrazione cellulare. E’ stato inoltre evidenziato come  la di lamina A/C si  localizzi a livello della periferia nucleare, ed è stato visto come siano evidenti anomalie a livello della morfologia del nucleo di cellule di osteosarcoma e siano inoltre presenti strutture tipiche di cellule laminopatiche, chiamate honey combs.

L’identificazione , lo studio e la validazione a livello traslazionale di molecole potenzialmente implicate nell’invasione e nella metastatizzazione, come la lamina A e  l‘individuazione di nuovi biomarcatori che consentano il miglioramento della diagnosi e la predizione della risposta del tumore al trattamento saranno utili per pianificare nuove strategie terapeutiche più efficaci e meno tossiche  e per migliorare l’andamento clinico della malattia e la qualità di vita dei pazienti.

COLLABORAZIONI

Katia Scotlandi IOR

Università di Bologna

GRUPPO DI RICERCA

Giovanna Lattanzi

Cristina Capanni

Elisabetta Mattioli

Camilla Evangelisti

Stefano Squarzoni